Gli Spartani 'donnicciole'?



Quando si pensa al cittadino tipo di Sparta, il pensiero va subito al guerriero, lo "spartiata": una sorta di macho man, tutto muscoli e poco cervello, tutto casa e palestra, anzi più palestra che casa! 
Ma c'era un aspetto su cui ateniesi, calcidesi, tessali, beoti e abitanti dell'Elide, insomma tutti i restanti Greci, deridevano apertamente gli spartani: il trattamento riservato alle donne.
Ad Atene una ragazza a 13-14 anni era in età da marito; anche in seguito rimaneva sotto tutela dello sposo, raramente poteva uscire di casa; viveva reclusa in una parte della casa a lei riservata (il 'gineceo'), che la separava dal resto del mondo esterno; di regola non studiava, quindi non sapeva né leggere né scrivere, né poteva partecipare a cerimonie pubbliche (tranne quelle religiose) e passava la giornata al fuso e al telaio. Nelle faccende domestiche non metteva becco, perché si sa, in casa i pantaloni li porta il maschio!
Tutt'altra musica a Sparta: sciolte dall'incombenza della famiglia (i bambini a sette anni venivano tolti alle famiglie per essere educati in maniera comune), le spartane godevano di grande libertà: uscivano di casa, potevano imparare a leggere e a scrivere, partecipavano ai banchetti e alle cerimonie pubbliche, e come gli uomini si davano ad attività ginniche e sportive (corsa, lancio del disco e del giavellotto) per curare il proprio corpo e dare figli robusti alla patria; in caso di assenza del marito in guerra, erano poi loro a tutti gli effetti i capofamiglia. In occasione del matrimonio, le donne spartane si rasavano il capo e indossavano abiti maschili: anche loro quindi, in un certo senso, portavano i pantaloni! 
Di più: fra le attività sportive, le spartane si esercitavano particolarmente nella lotta e nel combattimento corpo a corpo. Non era quindi molto furbo avere motivi di diverbio con loro, visto che non soltanto sapevano difendersi da sole, ma all'occasione erano anche in grado di menare le mani come o più dei maschietti...
"Questi Spartani! Fanno tanto i gradassi e i bellimbusti con gli altri, e poi, a casa loro, si fanno comandare e mettere i piedi in testa dalle loro donne!", sghignazzavano tutti - ma proprio tutti - gli altri Greci.

APPROFONDIMENTI: Eva Cantarella, "L'ambiguo malanno. La donna nell'antichità greca e romana", Milano, Feltrinelli 2013.

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