Si è tenuto a Ferrara (giovedì 15 e venerdì 16 novembre), nella Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea, il convegno dedicato a Giovanni Boccaccio, in preparazione del settecentenario della morte (1313-2013); il tutto messo su grazie all'organizzazione di Sandro Bertelli, ricercatore in Paleografia e Codicologia presso la medesima Università.
Dopo i saluti di apertura (da parte di Enrico Spinelli, Direttore della Biblioteca Ariostea e di Stefano Zamponi, Presidente dell'Ente Nazionale Giovanni Boccaccio), ha relazionato Sandro Bertelli (Università di Ferrara), organizzatore -come già detto- del convegno, con un lavoro (Codicologia d'autore: il ms. in volgare secondo Giovanni Boccaccio) dedicato a illustrare tutti gli autografi boccacciani in volgare. Escludendo una lettera conservata nell'Archivio di Perugia (datata 20 maggio 1366 e inviata a Leonardo Del Chiaro), gli autografi superstiti del certaldese sono in tutto sei: il codice Acquisti e Doni 325 della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, contenente il Teseida, e risalente a circa la fine degli anni '40 del secolo; l'attuale Toledano 104.6 della Biblioteca e Archivio Capitolare della Cattedrale di Toledo (= To), contenente la Commedia, insieme alla Vita Nova, al Trattatello in laude di Dante, e a varie canzoni dantesche (datazione: 1355-1365?); il frammentario codice 1035 della Biblioteca Riccardiana di Firenze (Ri: certamente posteriore a To); il Chigiano L.V.167 della Biblioteca Vaticana, contenente rime di Dante e del Canzoniere di Petrarca, che costituiva tutt'uno con un altro Chigiano, segnato L.VI.213 (= Chig) contenente la Commedia, e risalente agli ultimi anni di vita del Boccaccio; e infine il celebre Hamilton 90 della StaatsBibliothek di Berlino, autografo del Decameron.