Medioevo in Basilicata: un tour

Torre di Satriano

La Basilicata, come tante altre regioni del Sud, non è stata particolarmente baciata dalla politica nel corso della storia: malgoverni, malversazioni o semplice ignoranza abbinata a una buona dose di noncuranza hanno fatto sì che, nel corso dei secoli, il suo patrimonio storico di tutto rispetto sia stato trascurato (nel migliore dei casi), se non distrutto o comunque profondamente alterato. A differenza quindi di tanti posti della bella Italia dove la buona amministrazione ha cercato di tutelare e preservare le bellezze storiche e artistiche del territorio, in Basilicata è avvenuto uno scempio con il risultato che oggi resta oggettivamente poco -almeno di integro- delle epoche del passato, soprattutto del Medioevo. Se ciò non bastasse, la cattiva politica, unita alla scarsa presenza di turisti (ma è un cane che si mangia la coda), provoca una cronica mancanza dei servizi essenziali: dalla infinita ristrutturazione di alcuni siti, alla chiusura di altri senza motivo, alla difficile accessibilità di altri ancora se non su appuntamento (ma con chi parlare non si sa...) o in base a orari misteriosi e conosciuti solo dagli iniziati. Ma ciò che miracolosamente resta sono tuttavia piccoli gioielli, nascosti e poco conosciuti (tranne pochissimi casi fortunati).
I capolavori assoluti del Medioevo in Basilicata sono i castelli e le chiese rupestri. Quest'ultime rappresentano senz'altro la punta di diamante del Medioevo lucano: basti pensare che un intero Parco naturalistico, quello della Murgia Materana, conserva al suo interno circa 150 chiese rupestri, chi meglio chi meno conservata, la maggior parte delle quali ancor oggi abbandonate a se stesse e mai viste da alcuno se non da qualche (fortunato) intraprendente. 



I siti più belli sono (in ordine di importanza, ma soggettivo):
1. Cripta del peccato originale, Matera
Sorge lungo l'Appia Antica, con splendidi affreschi dell'Antico e del Nuovo Testamento del IX-X secolo.
2. Santa Margherita, Melfi
Fra gli affreschi, databili alla metà del Duecento, spicca uno splendido Incontro dei tre morti e tre vivi, uno dei rarissimi esempi del genere in Italia, certamente il primo, in cui qualcuno ha voluto riconoscere, nelle figure dei vivi, nientedimeno che la famiglia imperiale di Federico II (la terza moglie Isabella d'Inghilterra e il figlio Corrado IV). Visita solo su prenotazione (ProLoco di Melfi).
3. Sant’Antuono, Oppido Lucano
Con bellissimi affreschi della metà del Trecento dedicati ad illustrare -esempio pressoché unico- l'intero ciclo della Vita di Gesù, dalla Fuga in Egitto fino a Le pie donne al sepolcro. Visita solo su prenotazione.
5S. Maria de Idris e annessa Cripta di S. Giovanni in Monterrone, Matera
Cripta di S. Giovanni in Monterrone
Della prima è interessante la sola parte architettonica, mentre la seconda conserva ancora pregevoli affreschi (un Cristo Pantocrator e diversi santi), i più antichi dei quali risalgono agli inizi del XIII secolo (se non fine XII sec.) e XIV secolo. 
5. Santa Barbara, Matera
Di fondazione bizantina (IX-X secolo) conserva affreschi della santa di datazione tarda (XV e XVI secolo), ma di indubbio gusto tardomedievale. Visita solo su prenotazione.
6. San Pietro Barisano, Matera
E' l'unica delle citate che non conserva praticamente più alcuna traccia degli affreschi originali, asportati o trafugati anche in tempi recenti. Resta però la più bella e la più grande dal punto di vista architettonico (XI-XII secolo): a tre navata (a differenza del modello a navata unica della stragrande maggioranza delle chiese rupestri), con cripta e nicchie delle sepolture.


Per quanto riguarda invece i castelli, va detto innanzitutto che, proprio a causa della conformità del territorio in cui la maggior parte dei paesi -tanto del potentino che del materano- sono arroccati in cima a colline più o meno alte, se non vere e proprie montagne (quest'ultime nel potentino), tutti o quasi tutti i paesi vantano un castello; ma altrettanto vero è che, per i motivi che dicevamo sopra, la più parte di essi è stata smembrata o destinata ad altri usi, non ultimi l'uso di abitazioni domestiche (il castello di Lagopesole, per es., l'ultimo realizzato da Federico II, fino agli anni '70 del Novecento era un vero proprio condominio per famiglie popolari). 
Melfi, Castello di Federico II
1. Il castello meglio conservato e certamente il più bello è il Castello di Melfi: di fondazione normanna (XI secolo), fu sede di ben sei concili, nel terzo dei quali, del 1089, papa Urbano II bandisce la prima crociata. Nel periodo svevo Federico II ne fa una inespugnabile roccaforte militare e vi promulga le famose Costituzioni Melfitane (1231). Molto belli il corpo centrale, la sala del Trono (che ospitano oggi il Museo Nazionale del Melfese con splendidi pezzi provenienti da tutta la regione) e le Torri, in particolare la Torre dell’Orologio.
Fu presumibilmente l’ultimo castello realizzato per volere di Federico II a partire dal 1242 che ne fa una residenza di caccia (non ha quindi, a differenza di Melfi, bastioni o ponte levatoio). Il figlio di Federico, Manfredi, lo elesse a sua dimora preferita. Le parti più interessanti sono i camminamenti attraverso le mura con sguardo attraverso le feritoie, il matroneo che si affaccia sulla Cappella Palatina, in stile romanico a navata unica, all’interno della quale, precisamente nell’abside, è visibile un frammento di affresco con scene cavalleresche, unico esempio di pittura parietale sopravvissuto nei castelli federiciani. Il castello è inoltre ricordato come rifugio dei briganti, in particolare le bande di Carmine Crocco lo occuparono nel 1861 durante la sollevazione anti-unitaria.  
Meglio conosciuto come Castello del Malconsiglio in quanto sede della congiura dei baroni contro Ferdinando il Cattolico (1485). La fondazione è medievale ma pesanti gli interventi successivi, soprattutto nel corso del XV secolo. Belli i torrioni e, nell’interno, la sala del Malconsiglio e la Sala della Stella (o degli Spiriti). Oggi di difficile accesso (telefonare prima per info).
Di epoca normanna (XI secolo) ma ampliato dagli Svevi. Conserva in particolare l’architettura con volta a botte e nei sotterranei delle grotte preistoriche abitate dai primi monaci basiliani.
5. Castello di Muro Lucano
Di fondazione incerta ma già esistente sul finire del Duecento. Nel 1382 fra le sue mura fu assassinata, per ordine di Carlo Durazzo, la regina Giovanna I di Napoli. Della struttura originale resta poco, se non le massicce mura esterne con resti di torrioni.
6. Castello Caracciolo di Brienza
Di fondazione angioina passò poi (a partire dal XV secolo) alla famiglia Caracciolo. È molto danneggiato e in fase di pesante ristrutturazione. Spiccano il mastrio cilindrico di epoca angioina, e la lunga scalinata di accesso che conduce a un terrazzo a terrapieno posto davanti all’ingresso principale.
7. Castello di Moliterno
Castello di Bernalda
Di fondazione normanna ma ampiamente rimaneggiato. Conserva un mastio cilindrico e delle torri quadrangolari. Oggi in stato di semi-abbandono. 
A questi si possono aggiungere i castelli tardo-medievali o rinascimentali (ma di imitazione medievale), e in particolare:
8. Castello di Venosa
Il Castello Aragonese di Venosa fu realizzato a partire dal 1470, per volere di Pirro del Balzo: spiccano quattro possenti torri cilindriche, con un profondo fossato e ponte levatoio.
9. Castello di Bernalda
Costruito nel 1470 da Bernardino de Bernaudo segretario di re Alfonso II di Napoli. Belle le tre torri cilindriche, il portone di ingresso, e, all’interno, una serie di cunicoli utilizzati come vie di fuga.
10. Castello di Matera
Anch’esso di fondazione aragonese, fu realizzato nei primi anni del 1500 da Gian Carlo Tramontano (e perciò detto Castello Tramontano). Sopravvivono il maschio centrale e due torri laterali cilindriche.
11. Castello di Valsinni 
Noto soprattutto per aver dato i natali e aver visto fra le sue mura l’assassinio della poetessa Isabella Morra, perpetrato dai fratelli. È visibile solo una stanza interna, peraltro cinquecentesca, mentre il resto del castello è oggi proprietà privata della famiglia Rinaldi. 

Strettamente collegate ai castelli sono le Torri, che qua e là, in maniera indipendente, costellano il territorio lucano. Sono da segnalare:

1. Torre di Satriano 
Si tratta di uno splendido rudere normanno (XI secolo) arrampicanto su una verde collina fra i comuni di Satriano e di Tito, in mezzo ai resti di una città abbandonata abitata fin dal X secolo avanti Cristo. È uno dei simboli dell’antica Lucania e serviva da controllo del territorio di tutta la valle sottostante.
2. Tricarico, Torre normanna
Dell’XI secolo, è alta 27 metri e le sue mura raggiungono lo spessore di 5 metri. Costituiva il maschio di un castello, oggi praticamente scomparso in quanto riutilizzato come convento delle Clarisse a partire dal 1333. In fase di restauro non è attualmente accessibile.
3. Tricarico, Torre saracena
Insiema alla Porta Saracena (X-XI secolo) è uno dei simboli dell’abitato arabo. In stato di abbandono.
Tricarico, Torre Saracena
5. San Mauro Forte, Torre normanna
È ciò che rimane di un castello normanno-svevo: è di forma circolare ed è circondata da un bastione poligonale. 
Di dubbia origine altomedievale (X secolo?), faceva parte del castello oggi non più esistente. È alta 20 metri su tre piani d’altezza. E' la peggio conservata fra tutte e senz'altro la più alterata (interventi cinquecenteschi e successivi), oltre che in stato di abbandono.

Per quanto riguarda l'architettura religiosa sono invece da segnalare (in ordine di importanza):
1. Abbazia della SS. Trinità di Venosa
Venosa, Incompiuta
Splendido monumento medievale costituito da due plessi: l'antica chiesa, già cattedrale di Venosa, fondata nell'XI secolo dai Benedettini (su una struttura paleocristiana preesistente); la facciata è ben conservata ed ha una struttura tipicamente romanica con un bel portale, mentre l'interno conserva tracce di affreschi (il più antico è una Madonna col Bambino, seminascosto dietro una colonna, databile al XII/XIII secolo), oltre alle tombe di Roberto il Guiscardo, della moglie Alberada e dei fratelli Guglielmo Braccio di Ferro, Umfredo e Drogone. Il pezzo forte resta però la chiesa nuova, meglio conosciuta come Incompiuta: iniziata dagli stessi Benedettini nel XII secolo in sostituzione della chiesa vecchia, non più rispondente alle esigenze, il progetto fu interrotto definitivamente agli inizi del XIII secolo per mancanza dei fondi necessari e per il contemporaneo spostamento dei monaci. L'edificio attuale conserva tutto il fascino delle opere incompiute e lasciate allo stato di abbozzo: spiccano l'ingresso ad arco con relativa iscrizione, i resti dell'abside semicircolare e imponenti colonne, spesso con materiale di riuso di epoca romana. Nel sito in questione, infatti, sono emerse di recente, oltre ai resti della primissima abbazia paleocristiana (con tanto di battistero), anche rovine di una domus e un anfiteatro romani. 
2. Abbazia di S. Ippolito, Monticchio Laghi (Rionero in Vulture)
Rimangono solo bellissimi ruderi della chiesa a navata unica, un abside centrale e un annesso cimitero monastico in cui sono stati rinvenuti molti reperti. Decadde dopo il 1456 quando un terribile terremoto la rase completamente al suolo. Si trova esattamente dirimpetto alla più nota e più celebrata Abbazia di S. Michele che domina dall'alto i due laghi di Monticchio: ma quest'ultima non conserva pressoché più nulla dell'originario nucleo medievale, tranne i resti di un abside nella Cripta di S. Michele con tracce di affreschi presumibilmente del XV secolo.
3. San Donato, Ripacandida 
Al contrario della norma, che vede in genere meglio conservate le facciate esterne delle chiese e gli interni spesso profondamente rimaneggiati, il Santuario di San Donato -tranne, in parte, il campanile- non ha una facciata degna di rilievo, ma l'interno conserva ancora splendidamente uno straordinario ciclo di affreschi tardomedievali (fine XV/inizi XVI secolo) con scene dell'Antico e del Nuovo Testamento (da cui il soprannome di "Bibbia di Ripacandida"). 
4. San Giovanni, Matera
E' la chiesa medievale meglio conservata di Matera, sia esternamente (facciata con un bel portale a motivi zoomorfi e rosone centrale) che internamente (colonne e capitelli a figure zoomorfe spesso di carattere fantastico).
5. San Pietro Caveoso, Matera
La struttura originaria risale alla fine del XIII/inizi XIV secolo, ma nel corso dei secoli -soprattutto in epoca barocca- è stata profondamente rimaneggiata. La parte migliore è l'interno, nella struttura architettonica e in tracce di affreschi del XV secolo.
6. Cattedrale di Acerenza
Acerenza, Cattedrale (scorcio)
Molto bella la facciata e, in genere, il complesso esterno (soprattutto il portale con colonnine e campanile), per l'imponenza e la sostanziale conservazione dell'originale (XI-XIII secolo); ma poco e nulla di medievale resta nell'interno.
La struttura risale all'XI secolo ed è molto ben conservata esternamente; l'interno ha rivelato recentemente tracce di affreschi del XIV secolo con scene del Vecchio e Nuovo Testamento.
8. Cattedrale di Melfi
Della fine del XII secolo, mantiene sostanzialmente inalterato soltanto il bellissimo campanile di stile romanico normanno.
9. Cattedrale di Matera
Rapolla, Cattedrale (facciata)
Realizzata verso la fine del XIII secolo, dell'originale conserva in pratica solo l'esterno in stile romanico pugliese: la facciata con un bel portale, un rosone centrale con la figura dell'arcangelo Michele che schiaccia il drago, e due imponenti porte laterali con decorazione scultorea (bassorilievi e formelle). Nell'interno invece sopravvive soltanto qualche capitello. La cattedrale è in ristrutturazione da anni, e attualmente non è possibile accedervi. 
10. Cattedrale di Atella
Molto bella soltanto la facciata esterna (XIV secolo), con un bel portale decorato a motivi islamici (unico caso conosciuto), sormontata da un rosone con due nicchie e un pregevole crocifisso di pietra di indubbia arcaicità. Nell'interno sopravvivono qualche scultura e dipinto del XV secolo.
11. Cattedrale di Tricarico
Della struttura originaria (XI-XII secolo) non sopravvive quasi nulla, se non la facciata esterna con una serie di archi, peraltro rimaneggiata. Nell'edificio fu incoronato a re di Napoli Luigi I d'Angiò (1383).
12. Cattedrale di Rapolla
Risalente agli inizi del XIII secolo, mantiene inalterata una bella facciata a mattoncini alternativamente bianchi e neri (unico esempio in Basilicata), con un bel portale a motivi floreali e un bassorilievo raffigurante Adamo ed Eva (sempre del XIII secolo). 

Per ciò che riguarda l'architettura civile, infine, sono da segnalare per la loro particolarità i quartieri arabi (saraceni), la cui presenza in Basilicata nel Medioevo era particolarmente marcata. In particolare la Rabatana di Tursi, la Ràbata a Tricarico con gli orti terrazzati saraceni, e l'Arabata di Pietrapertosa.


Insomma un tour medievale della Basilicata meriterebbe davvero, se però fosse facile raggiungere i posti e se non si corresse sempre il rischio di trovare i posti in questione chiusi. Good Luck!!




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