Adso di Montier-en-Der, De Antichristo
Adso (910/915-992), di nobile famiglia franca, poi monaco benedettino presso l'abbazia di Luxeuil, e infine abate (dal 967 circa) di Montier-en-Der, nella Francia nord-orientale, è l'autore di un celebre libello De Antichristo, il cui titolo completo è De ortu et tempore de Antichristo ('La nascita e il tempo dell'Anticristo'), opera che ebbe una vastissima diffusione del Medioevo (171 i manoscritti superstiti, comprese non meno di sette rielaborazioni successive, allestite fra XI e XII secolo).
La figura di Adso è in realtà assurta a una certa fama in tempi recenti a seguito del successo editoriale, a livello mondiale, del romanzo Il nome della rosa di Umberto Eco (Milano, Bompiani 1980), dove è richiamata dal personaggio di Adso da Melk, il novizio al centro del racconto, insieme al suo maestro, il frate francescano Guglielmo da Baskerville (che a sua volta riprende la figura di Sherlock Holmes ne Il mastino dei Baskerville).
Scritto
fra il 949 e il 954, il libello di Adso è dedicato a Gerberga, regina
consorte dei Franchi occidentali in quanto moglie di Luigi IV di
Francia; e in effetti il tema politico è centrale nell'opera di
Adso.
Il
libricino (meno di dieci pagine in tutto) è strutturato come una
piccola biografia dell'Anticristo, sul modello rovesciato dei modelli
agiografici tanto in voga nel Medioevo, comprendenti una succinta vita dei
santi, comprese le gesta e i miracoli, e i tempi e i luoghi di
svolgimento dell'azione.
La
figura dell'Anticristo, presente in maniera costante e talvolta
ossessiva in tutta la letteratura cristiana fin dalle origini, trova
nell'opera di Adso una linfa nuova, alla luce dell'approssimarsi del
fatidico anno Mille ("Mille e non più mille"), che
allungava ombre sinistre su un imminente fine dei tempi e sulla resa
finale fra bene e male, fra i fedeli del vero Dio e i seguaci del
diavolo. Non a caso il libro di Adso incontrerà poi enorme fortuna
nella letteratura apocalittica e nelle ansie escatologiche che
torneranno a investire l'Europa fra XI e XII secolo e oltre
(da Gioacchino da Fiore ai Fraticelli e
agli Spirituali francescani).
I
caratteri dell'Anticristo, secondo Adso, sono i seguenti:
-
l'Anticristo si chiama così perché a Cristo sarà contrario in
tutto: "Se Cristo viene umile, lui verrà superbo; Cristo viene
a innalzare gli umili, a giustificare i peccatori, lui al contrario
respingerà gli umili, magnificherà i peccatori, innalzerà gli empi
e sempre insegnerà i vizi contrapposti alla virtù, distruggerà la
legge evangelica, farà rivivere nel mondo il culto dei demoni".
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L'Anticristo ha avuto, nel corso della storia, una serie di
"ministri": fra questi Adso cita Antioco IV Epifane, Nerone e
Domiziano.
-
Nel mondo attuale ci sono già molti Anticristi: "chiunque,
infatti, sia laico o canonico o anche monaco, viva contro la
giustizia e combatta la regola del proprio ordine e bestemmi ciò che
è bene, è Anticristo, è ministro di Satana".
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L'Anticristo nascerà dal popolo giudaico, e in modo particolare
dalla tribù di Dan, della quale è scritto: "Sia Dan un
serpente sulla strada, un ceraste sul sentiero (Genesi 49,17)".
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L'Anticristo "nascerà dall'unione di un padre e di una madre,
come gli altri uomini, e non, come dicono alcuni, solamente da una
vergine", come il vero Cristo.
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Come Cristo è stato generato per intervento dello Spirito Santo,
l'Anticristo sarà invece generato dal peccato: "al momento
stesso del suo concepimento il Diavolo entrerà nell'utero di sua
madre, e la potenza del Diavolo sarà sempre con lui. E come lo
Spirito Santo venne sulla madre del Signore nostro Gesù Cristo e la
avvolse con l'ombra della sua potenza [...] così il Diavolo scenderà
sulla madre dell'Anticristo e la riempirà tutta, la possederà tutta
dentro e fuori".
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L'Anticristo sarà detto il Figlio della perdizione (2
Tessalonicesi 2,3), "perché, per quanto potrà,
perderà il genere umano, ed egli stesso alla fine si perderà".
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Il luogo di nascita dell'Anticristo sarà la città di Babilonia, e
vivrà, allevato e protetto, nelle città di Bethsaida e Corazim,
perché è scritto: "Guai a te, Bethsaida, guai a te Corazim!
(Matteo 11,21)".
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Fatto adulto, si recherà a Gerusalemme e si farà ebreo: si
circonciderà e restaurerà il distrutto Tempio di Salomone; quindi
si proclamerà "Figlio di Dio", ossia l'atteso Messia
venuto a liberare il suo popolo: "allora tutti i Giudei
affluiranno a lui, credendo di accogliere Dio, mentre accoglieranno
il Diavolo".
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Andrà poi in tutti i luoghi di Gesù, e convertirà a se tutti i
popoli, a partire dai re e dai principi.
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"Farà anche molti prodigi, miracoli grandi e inauditi. Farà
cadere un fuoco dal cielo, in modo terribile, farà fiorire e seccare
d'improvviso gli alberi, agitare e subito calmare il mare, mutare le
forme naturali, alterare il corso e l'ordine delle acque, renderà
l'aria tempestosa con ogni genere di venti e di tempeste, e compirà
innumerevoli altri portenti, fino al punto da resuscitare i morti al
cospetto degli uomini (Apocalisse 13,13), per indurre in
errore, se fosse possibile, anche gli eletti (Matteo 24,24)".
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Per sedurre gli uomini, l'Anticristo userà tre modi: "con il
terrore, con i doni e con i miracoli. Darà quantità d'oro e
d'argento a quanti credono in lui. Vincerà con il terrore quelli che
non riuscirà a corrompere con i doni. Cercherà di sedurre con
prodigi e miracoli quelli che non avrà piegato con i doni".
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Chiunque resisterà comunque ai suoi tentativi di seduzione "sarà
ucciso dalla spada, dal fuoco di una fornace, dai serpenti, dalle
bestie o da altri generi di tormenti".
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La violenza dell'Anticristo si scatenerà per tre anni e mezzo,
periodo che fa da contraltare agli anni di predicazione di Gesù.
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Prima della venuta dell'Anticristo, però, per non fare cadere tutto
il mondo nel suo inganno, saranno inviati sulla terra due profeti,
Enoch e Elia, che per tre anni e mezzo prepareranno il popolo dei
fedeli per resistere il più possibile alle sue tentazioni. Al
termine dei tre anni e mezzo, però, l'Anticristo li ucciderà, e
scatenerà il suo attacco per altrettanti anni.
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Alla fine però l'Anticristo sarà ucciso, o direttamente da Gesù o
dall'arcangelo Michele, e la sua morte avverrà sul monte degli
Ulivi, dove il Signore è asceso al cielo.
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Dopo l'uccisione dell'Anticristo non verrà subito il Giorno del
Giudizio e la fine dei tempi: "come apprendiamo dal libro di
Daniele, Dio concederà quaranta giorni agli eletti, perché facciano
penitenza, in quanto sono stati sedotti dall'Anticristo".
Da
ultimo Adso aggiunge il motivo politico, che lo rende profondamente
originale rispetto al tema trattato. L'arrivo dell'Anticristo,
infatti, è legato al perpetuarsi dell'Impero romano in quello dei
Franchi, garante dell'ordine sociale e religioso: "l'apostolo
Paolo afferma che l'Anticristo non verrà nel mondo se prima non sia
venuta l'apostasia (2 Tessalonicesi 2,3), cioè se tutti
i regni non si saranno prima separati dall'impero romano, cui erano
precedentemente sottomessi. Questo tempo peraltro non è ancora
giunto; infatti, anche se è evidente che l'impero romano è stato
per la massima parte distrutto, tuttavia fino a che dureranno i re
dei Franchi, cui spetta mantenere l'impero romano, la dignità del
regno non perirà del tutto, perché sussisterà nei suoi re".
Soltanto con l'ultimo dei re Franchi arriverà la fine: "[l'ultimo
re franco], dopo aver governato felicemente il suo regno, giungerà
infine a Gerusalemme e deporrà lo scettro e la sua corona sul monte
degli Ulivi. Questa sarà la fine e il compimento dell'impero dei
Romani e dei cristiani. [...] E subito dopo, secondo l'insegnamento
appena ricordato dell'apostolo Paolo, verrà l'Anticristo".
Questa
inaspettata "lettura politica" dell'Anticristo da parte di
Adso spiega la dedica a Gerberga, regina dei Franchi; e serve anche,
in un certo senso, a rassicurare il lettore o il religioso in trepida
attesa della fine dei tempi: essa non verrà, né l'Anticristo,
finché sulla terra permarrà un governo forte e stabile nella figura
del re dei Franchi, erede del Sacro Romano Impero.
Testo integrale originale (in latino) e traduzione in italiano
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