Il Convento francescano di S. Croce in Fossabanda (Pisa)



Il giorno 16 ottobre 2012, nel convento di S. Croce in Fossabanda a Pisa, è stato presentato il mio volume su Il convento di S. Croce in Fossabanda e l'Osservanza francescana a Pisa (Pontedera, C.L.D. Libri 2011). Relatori dell'incontro sono stati la prof.ssa M. L. Ceccarelli Lemut, ordinaria di Storia medievale e di Esegesi delle fonti storiche presso l'Università di Pisa; e monsignor Aldo Armani, rettore della Chiesa Nazionale dei Cavalieri di S. Stefano e direttore dell'Ufficio Comunicazioni Sociali dell'Arcidiocesi di Pisa; presenta anche la giornalista Francesca Benucci, inviata della rivista Toscana Oggi, che ha scritto un articolo sul suo giornale. 
Il piccolo volume nasce per caso, come è giusto che sia da parte di chi -come il sottoscritto- storico non è, ma al massimo cultore di antiche memorie. Un pomeriggio me ne stavo immerso fra le mie amate scartoffie piene di polvere della piccola bibliotechina dei frati di S. Croce (ricordo che avevo fra le mani gli Annales Minorum del Wadding), quando fra' Guido Fineschi mi chiede, buttandola lì, perché non provavo a ricostruire le linee generali della storia del convento: tolta una piccolissima monografia di carattere esclusivamente artistico-architettonico, non esisteva infatti nessun lavoro che analizzasse la storia della presenza dei frati nel convento e le loro innumerevoli vicissitudini, che poi si intrecciano con quelle della città di Pisa. Accettai subito l'invito di fra' Guido: la possibilità di immergermi fra antichi documenti d'archivio del tutto inediti, e sui quali difficilmente passo mano d'uomo se non quella di qualche impenitente "topo di biblioteca", mi allettava non poco; oltre alla curiosità di poter sapere qualcosa di più su un luogo che ha ospitato parecchi dei miei anni pisani.

Il volume è nato così, ed è cresciuto fra le carte dell'Archivio di Stato di Pisa e dell'Archivio della Provincia dei Frati Minori di Toscana a Firenze, quest'ultimo aperto spesso per me solo: la simpatica figura di fra' Ottaviano Giovannetti, bibliotecario e studioso di memorie francescane, mi resterà sempre impressa nel cuore in maniera indelebile.
Ricostruendo la storia del convento di S. Croce sono rimasto io per primo colpito dall'importanza e dal ruolo nodale da esso giocato nel corso dei secoli, che ovviamente risaltano in tutta la loro evidenza alla luce delle difficoltà degli ultimi anni: luogo di passaggio di santi (la beata Chiara Gambacorti, pisana) e di imperatori (Carlo VIII di Francia), e di figure altre che in ogni caso si intrecciano indissolubilmente e fanno parte della gloriosa storia della città di Pisa, S. Croce ha rappresentato un centro di prim'ordine nella storia francescana osservante di Toscana. E in definitiva il volumetto si può ridurre a questo: a un documento di vita pisana nel corso dei secoli (XIV-XX).
Ho dedicato l'opera a un giovane conterraneo lucano, Felix Martiello, trapiantato anch'egli a Pisa e -ahimè- troppo immaturamente scomparso: come me anche lui era venuto a Pisa per l'università, e nel convento di S. Croce avemmo la ventura -casi della vita!- di conoscerci. Spero -ma ne sono quasi certo- che avrebbe apprezzato il pensiero.

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